Altre News
5 min di lettura

Esplode la protesta dei docenti precari sul Concorso PNRR3: le 7 domande più critiche al Governo

Esplode la protesta dei docenti precari sul Concorso PNRR3: le 7 domande più critiche al Governo

Illustrazione delle preoccupazioni e delle richieste dei docenti precari

Il Coordinamento dei Docenti Precari manifesta un forte dissenso riguardo al terzo bando del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), evidenziando come le promesse di stabilizzazione siano state largamente disattese. Questa protesta si concretizza in sette interrogativi rivolti alle istituzioni, riguardanti le modalità di reclutamento e le scelte legislative recenti in ambito scolastico.

Analisi della disparità tra promesse elettorali e azioni legislative

Incoerenza tra promesse di stabilizzazione e concorsi banditi

Il Coordinamento si domanda perché, nonostante fosse stato ufficialmente dichiarato che il priorità del Governo fosse la stabilizzazione temporale dei docenti precari, siano stati approvati esclusivamente concorsi “estirpa-precari”. Queste procedure, secondo gli organizzatori, non affrontano efficacemente il problema della reiterazione dei contratti a termine, lasciando il precariato invariato.

Domanda principale:

  • Per quale motivo, nel rispetto delle promesse elettorali, si sono scelti concorsi che non garantiscono la stabilizzazione definitiva dei docenti con anni di esperienza?

Differenze tra le normative e i tempi di attuazione

Un altro aspetto importante riguarda le divergenze temporali tra le procedure legislative adottate. Per gli idonei si è optato per un iter rapido tramite Decreti Legge, mentre per il precariato storico si continuano ad utilizzare Disegni di Legge, spesso costosi e incerti.

Domanda principale:

  • Perché le leggi riguardanti gli idonei vengono approvate in tempi veloci con Decreti Legge, mentre per i precari si preferiscono strumenti legislativi più complessi e meno sicuri come i Disegni di Legge?

Questioni di strategia e di coerenza politica

Assorbimento del precariato storico e le promesse di campagna

Il Coordinamento si interroga sul motivo per cui, nonostante le promesse di un percorso parallelo di assorbimento del precariato, non siano state messe in atto azioni concrete per integrare stabilmente i docenti con più anni di servizio, nel rispetto delle normative europee.

Domanda principale:

  • Se i concorsi del PNRR dovevano rappresentare una soluzione, perché non sono state previste politiche di assorbimento del precariato storico nello stesso periodo?

Rinegoziazione degli obiettivi del PNRR con l’Europa

Un quesito politico riguarda la mancata volontà di rinegoziare con l’Unione Europea gli obiettivi del PNRR dedicati alla scuola, come invece è stato fatto in altri settori strategici. Questa strategia potrebbe aver ridotto le possibilità di adattare le politiche alle reali esigenze del settore formativo.

Domanda principale:

  • Perché il Governo non ha cercato di rinegoziare con l’Europa gli obiettivi del PNRR relativi alla scuola, come è stato adottato per altri comparti?

Le implicazioni europee e le politiche nazionali

Procedura di infrazione e l’assunto sui concorsi

Il Coordinamento evidenzia la contraddizione tra l’azione europea, che ha avviato procedure di infrazione contro l’Italia per l’abuso dei contratti a termine, e le decisioni nazionali di bandire concorsi che, secondo i precari, non risolvono il problema della stabilità.

Domanda principale:

  • È realistico pensare che Bruxelles possa ignorare che i nuovi concorsi contribuiranno ad ampliare la precarietà, anziché risolverla definitivamente?

Contraddizioni tra impegni elettorali e azioni di governo

Il Coordinamento si chiede infine se le dichiarazioni di opposizione contro i “concorsoni” siano state di facciata, sospinte da promesse di stabilizzazione che vengono tradite una volta al potere.

Domanda principale:

  • Le promesse di stabilizzazione sono credibili solo durante le campagne elettorali? Perché le iniziative di governo sembrano contraddirle?

Valutazione del terzo bando e delle reali esigenze di assunzione

L’ultimo quesito riguarda la sostenibilità del terzo concorso. Secondo alcune fonti sindacali, gli obiettivi di stabilizzazione di 70.000 docenti precari sarebbero già stati raggiunti, portando a chiedersi quale sia l’effettivo senso di un ulteriore bando.

Domanda principale:

  • Se gli obiettivi di assunzioni sono stati già conseguiti, perché continuare con ulteriori bandi?

In conclusione, queste sette domande riflettono il malcontento e la richiesta di chiarezza da parte dei docenti precari, evidenziando come spesso la politica sembri distanziarsi dalle promesse fatte in campagna elettorale e dalle reali urgenze del settore scolastico.

Concorso PNRR3, esplode la rabbia dei docenti precari: le 7 domande più critiche al Governo

In un clima di crescente malcontento, i docenti precari, frustrati dalle promesse non mantenute e dalle modalità di reclutamento adottate, si rivolgono alle istituzioni con sette interrogativi fondamentali. Queste domande intendono evidenziare le criticità legate alle politiche del Governo in materia di scuola e di stabilizzazione del personale.

1. Per quale motivo, nel rispetto delle promesse elettorali, si sono scelti concorsi che non garantiscono la stabilizzazione definitiva dei docenti con anni di esperienza? +

Le spiegazioni affermano che, nonostante le promesse di stabilizzazione, il Governo abbia optato per concorsi “estirpa-precari” che, pur rappresentando un primo passo, non affrontano nel concreto il problema della reiterazione dei contratti a tempo. Di conseguenza, molti docenti con anni di servizio continuano a rimanere in una condizione di precarietà, alimentando la rabbia e la richiesta di cambiamenti più strutturali.


2. Perché le leggi riguardanti gli idonei vengono approvate in tempi veloci con Decreti Legge, mentre per il precariato storico si preferiscono strumenti più complessi come i Disegni di Legge? +

L'urgenza di approvare le normative per gli idonei tramite decreti legge risponde alla necessità di interventi rapidi, mentre per il precariato storico si prediligono procedure più lunghe e meno certe, come i Disegni di Legge. Questa disparità temporale solleva dubbi sulla coerenza strategica e sull’effettiva volontà di risolvere il problema nel pieno rispetto delle esigenze del settore.


3. Se i concorsi del PNRR dovevano rappresentare una soluzione, perché non sono previste politiche di assorbimento del precariato storico nello stesso periodo? +

Le promesse di un percorso parallelo di assorbimento del precariato sono rimaste sulla carta, mentre i concorsi hanno favorito principalmente una temporanea stabilizzazione limitata. La mancanza di azioni mirate a integrare stabilmente i docenti con più anni di esperienza evidenzia una discrepanza tra le promesse di campagna e le azioni concrete adottate, alimentando così la disillusione tra il personale scolastico.


4. Perché il Governo non ha cercato di rinegoziare con l’Europa gli obiettivi del PNRR relativi alla scuola, come avvenuto per altri settori? +

La mancata volontà di rinegoziare gli obiettivi con l’Unione Europea, nonostante le criticità evidenziate, limita la possibilità di adattare le politiche scolastiche alle vere esigenze del settore. Questa strategia potrebbe aver ridotto l’efficacia complessiva degli investimenti previsti e aumentato le tensioni tra le promesse politiche e le reali azioni, accentuando la delusione tra il personale docente.


5. È realistico pensare che Bruxelles possa ignorare che i nuovi concorsi contribuiranno ad ampliare la precarietà, anziché risolverla definitivamente? +

Considerando l’azione europea contro l’abuso di contratti a termine, molti esperti dubitano della reale efficacia dei concorsi come strumento di stabilizzazione definitiva. Se Bruxelles percepisce tali bandi come un ulteriore aumento della precarietà, difficilmente tollererebbe una strategia che non risolve le criticità di fondo, alimentando così lo scontento tra i precari.


6. Le promesse di stabilizzazione sono credibili solo durante le campagne elettorali? Perché le iniziative di governo sembrano contraddirle? +

Nell’ambito delle campagne elettorali, le promesse di stabilizzazione rispondono a esigenze di consenso, mentre una volta al potere, il governo potrebbe adottare strategie che privilegiano soluzioni temporanee o di facciata. Questa dissonanza tra parole e azioni alimenta la sfiducia e il senso di tradimento tra i docenti precari.


7. Se gli obiettivi di assunzioni sono stati già conseguiti, perché continuare con ulteriori bandi? +

Alcuni sindacati e analisti evidenziano che, nonostante il raggiungimento di un certo numero di assunzioni, la verifica della stabilità del settore richiede ulteriori misure preventive. Pertanto, la continuità con nuovi bandi potrebbe rispondere a strategie di normalizzazione o a esigenze di copertura di eventuali ulteriori carenze, anche se questa logica alimenta il malcontento tra i precari.


Conclusioni

In definitiva, queste sette domande riassumono il senso di disagio e di sfiducia che permea il mondo della scuola, chiedendo trasparenza e coerenza da parte del Governo rispetto alle promesse fatte. La situazione attuale mette in evidenza come spesso le politiche adottate sembrino distanziarsi dai reali bisogni e dalle aspettative del personale docente precario.

Altri Articoli

PEI Assistant

Crea il tuo PEI personalizzato in pochi minuti!

Scopri di più →

EquiAssistant

Verifiche equipollenti con l'AI!

Prova ora →