La visione di Crepet sull’utilizzo delle nuove tecnologie nella scuola e nella società
Il noto psichiatra e sociologo Paolo Crepet ha recentemente espresso preoccupazioni riguardo all’impatto delle tecnologie emergenti, in particolare dell’intelligenza artificiale (IA), sul pensiero critico e sul ruolo dell’educazione. Nella sua riflessione, Crepet sottolinea che rischiamo di avvicinarci a un’epoca in cui pensare diverrà un privilegio di pochi, lasciando spazio a processi automatizzati e superficiali.
Perché il pensiero rischia di perdere valore
Secondo Crepet, un articolo del New York Times ha evidenziato come il pensiero umano possa diventare un vero e proprio lusso. Egli ricorda che, in passato, si prevedeva un ampliamento delle libertà fondamentali, come la libertà di pensiero e di parola, entro il 2025, ma tali prospettive sembrano ormai sfumate sotto l’urto della digitalizzazione. Questo processo, se non gestito correttamente, rischia di snaturare il valore della riflessione autonoma.
La trasformazione del liceo come “antenna dell’IA”
Crepet si domanda quale sarà il futuro del liceo: potrebbe evolversi in un’affascinante, ma preoccupante, “antenna” per l’intelligenza artificiale, dove gli studenti si limitano a conversare con chatbot per discutere di figure storiche come D’Annunzio, senza approfondimento, lettura o studio indipendente. La facilitazione di risposte immediate potrebbe banalizzare l’esperienza di apprendimento e minare il valore del pensiero critico.
Il pensiero come mero oggetto di ricerca per l’IA
Crepet avverte che questa tendenza potrebbe portare a considerare il pensiero come un’attività di lusso quotidiano, dove le attività mentali più profonde e creative vengono sostituite dall’interazione con sistemi di intelligenza artificiale. Questo scenario solleva preoccupazioni riguardo l’autonomia di giudizio e la crescita intellettuale degli individui.
Il rischio delle “allucinazioni” dell’IA e la necessità di un ruolo attivo umano
Il formatore e docente Giovanni Morello spiega che le “allucinazioni” artificiali sono gestibili attraverso verifiche puntuali. Tuttavia, il vero pericolo risiede nella passività mentale che può instaurarsi, con studenti e insegnanti che si affidano ciecamente alle risposte automatiche, perdendo così la capacità di pensare criticamente.
Morello sottolinea l’importanza che gli esseri umani rimangano i “piloti” dell’IA, utilizzandola come uno strumento di supporto per l’elaborazione e valutazione, ma mantenendo sempre il controllo sul giudizio e l’analisi.
Le opportunità e i limiti dell’Intelligenza Artificiale a scuola
Nel contesto scolastico, l’introduzione dell’IA apre a importanti opportunità ma anche a limiti evidenti. La sfida sta nel garantire che tale tecnologia non sostituisca i docenti o riduca l’esperienza di apprendimento a un’interazione automatizzata, preservando così lo sviluppo del pensiero critico e autonomo.
Conclusioni: la tecnologia come alleato ma non sostituto del pensiero umano
Il dibattito promosso da Crepet e Morello invita a una riflessione fondamentale sul ruolo dell’intelligenza artificiale nell’educazione e nella società. È imprescindibile che la capacità di pensare, analizzare e giudicare rimanga una prerogativa umana, con la tecnologia che deve essere supporto, non substituto.
Domande frequenti su Crepet e il futuro del liceo nell'epoca dell’IA
Crepet si riferisce alla possibilità che il liceo possa diventare un ambiente in cui l’intelligenza artificiale domina l’apprendimento, limitando gli studenti a conversazioni superficiali con chatbot, come discutere di D’Annunzio senza approfondimenti, rischiando di banalizzare la vera funzione formativa del liceo.
Perché questa trasformazione rischia di ridurre il pensiero critico, di sopprimere la riflessione autonoma e di trasformare l’educazione in un’attività passiva, compromettendo lo sviluppo intellettuale e la capacità di giudizio degli studenti.
Crepet la vede come uno strumento da utilizzare con attenzione, che può offrire opportunità di supporto, ma che non deve sostituire il ruolo attivo degli insegnanti e la capacità critica degli studenti, mantenendo sempre il controllo umano sull'apprendimento.
Il principale rischio è la passività mentale, dove studenti e insegnanti si affidano ciecamente alle risposte automatizzate, perdendo la capacità di pensare criticamente e di sviluppare un giudizio autonomo, compromettendo la qualità dell’educazione.
Significa che, con l’uso eccessivo dell’IA, il pensiero autonomo e riflessivo potrebbe perdere importanza a favore di risposte rapide e automatiche, riducendo la capacità di analizzare e valutare criticamente le informazioni.
Se non gestita correttamente, la digitalizzazione, attraverso strumenti come l’IA, può limitare l’espressione del pensiero e della libertà di parola, confinando le discussioni a risposte preconfezionate e superficiali invece di favorire il dialogo critico e approfondito.
Ha evidenziato che l’uso indiscriminato dell’IA può portare a una sostituzione dell’attività mentale autonoma, riducendo la capacità degli individui di pensare, analizzare e formulare giudizi senza l’intervento di sistemi automatizzati.
Gli insegnanti devono svolgere un ruolo di guida critica, facilitatori dell’apprendimento, e vigilanti dell’uso etico dell’IA, incoraggiando il pensiero critico e mantenendo il controllo sulle dinamiche formative.
L’IA può essere uno strumento di supporto alle attività educative, offrendo risorse e risposte rapide, purché sia utilizzata come complemento e non come sostituto dell’interazione umana e dell’approfondimento critico.
Crepet invita a riflettere sull’importanza di preservare il pensiero critico e autonomo, considerando la tecnologia come un supporto utile ma non come un sostituto del ruolo insostituibile dell’essere umano nel processo di educazione e crescita intellettuale.