Posizione della UIL Scuola sulla riforma della filiera tecnico-professionale
La UIL Scuola, attraverso la sua componente CSPI (Comitato di Optimum per lo Sviluppo Professionale e l'Innovazione), ha espresso nuovamente un forte richiamo critico riguardo alla recente riforma della filiera tecnico-professionale. La discussione si è concentrata sulla nuova strutturazione del percorso formativo 4+2 anni, evidenziando preoccupazioni circa gli effetti di questa scelta.
Critiche principali alla proposta di riforma
Secondo la UIL, il nuovo modello di formazione rischia di compromettere aspetti fondamentali come:
- la continuità didattica
- la parità di dignità dei saperi
- il diritto a un’istruzione completa e di qualità
La federazione critica aspramente l’introduzione di un paradigma che sembra subordinare la scuola pubblica alle logiche di mercato del lavoro, riducendo così il ruolo e l’autonomia delle istituzioni scolastiche tecniche e professionali.
Valorizzare la scuola come istituzione autonoma e qualificata
La UIL Scuola sottolinea che evitare una segmentazione troppo rigida dei percorsi formativi è fondamentale. La riforma dovrebbe partire da un dialogo costruttivo con il mondo scolastico, puntando a investimenti stabili in:
- organici
- strutture laboratoriali
- formazione del personale
- attività di orientamento
Al contrario di soluzioni sperimentali o frammentarie, si auspica una **valorizzazione della specificità** degli istituti tecnici e professionali come pilastri per uno sviluppo sostenibile e di qualità.
Priorità: riforme partecipative e investimenti mirati
È evidente che ogni modifica al sistema formativo debba coinvolgere tutti gli attori scolastici e puntare a mantenere la scuola autonoma rispetto alle pressioni del mercato. La UIL chiede:
- investimenti strutturali
- un confronto reale tra istituzioni, insegnanti e studenti
Solo così si potrà garantire pari opportunità e mantenere elevati gli standard qualitativi nelle filiere tecnico-professionali pubbliche, rifiutando un modello subalterno al mercato.
La UIL Scuola mira a rafforzare la formazione tecnica e professionale, sostenendo un modello che mantenga l'autonomia delle scuole e che valorizzi i percorsi formativi correttamente strutturati, opponendosi a un sistema subordinato alle logiche di mercato.
Perché rischia di compromettere la qualità dell'istruzione, di ridurre l'autonomia delle scuole tecniche e professionali, e di subordinare la formazione dei giovani alle esigenze di breve termine del mercato del lavoro, a scapito di una crescita sostenibile e qualificata.
Le criticità principali includono la perdita di continuità didattica, la svalutazione dei saperi tecnici e professionali, e il rischio di una segmentazione troppo rigida dei percorsi che può penalizzare lo sviluppo equilibrato degli studenti.
Attraverso investimenti stabili in strutture, laboratori, formazione del personale e attività di orientamento, promuovendo una valorizzazione delle specificità degli istituti tecnici e professionali come strumenti fondamentali di sviluppo sostenibile.
Se attuata senza un dialogo costruttivo, la riforma potrebbe limitare l'autonomia delle istituzioni scolastiche, riducendo la loro capacità di adattare i percorsi formativi alle esigenze specifiche del territorio e degli studenti.
Tutti gli attori scolastici, inclusi insegnanti, studenti e dirigenti, dovrebbero essere coinvolti in un confronto partecipativo per assicurare che le riforme siano condivise e rispondano alle reali esigenze del sistema educativo.
Per garantire ambienti di apprendimento di qualità e aggiornati, rafforzare le competenze degli insegnanti e migliorare la qualità complessiva dell’offerta formativa, elementi fondamentali per una formazione efficace e al passo con le sfide del mercato.
Mantenendo un protagonismo nella definizione dei percorsi e delle strategie didattiche, e adottando politiche di investimenti e riforme partecipative che coinvolgano tutti i soggetti dello sviluppo scolastico.
La UIL Scuola ribadisce l'importanza di preservare e valorizzare la qualità dell’istruzione tecnica e professionale, riconoscendone il ruolo strategico per lo sviluppo del Paese, attraverso riforme che favoriscano autonomia e investimenti strutturali.
Le priorità includono riforme partecipative, investimenti mirati, tutela dell’autonomia scolastica e valorizzazione degli istituti tecnici e professionali come pilastri fondamentali per uno sviluppo sostenibile e di qualità.