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Come la “carenza conflittuale” sta preoccupando gli psicologi e il ruolo di Piacenza nel promuovere una nuova cultura del conflitto

Come la “carenza conflittuale” sta preoccupando gli psicologi e il ruolo di Piacenza nel promuovere una nuova cultura del conflitto

Il convegno di Piacenza che affronta il tema dei conflitti come elemento di saluto psicofisica

Il prossimo 8 novembre 2025, il Teatro Politeama di Piacenza ospiterà un importante convegno intitolato “Vivere bene i conflitti per stare in salute”. Promosso dal Centro PsicoPedagogico per l’Educazione e la Gestione dei Conflitti e guidato dal pedagogista Daniele Novara, l’evento vede la partecipazione di illustri esperti del settore.

Gli esperti coinvolti e le tematiche affrontate

Tra i relatori di rilievo troviamo Alberto Pellai, Miguel Benasayag, Silvia Vegetti Finzi, Sebastiano Zanolli e Diego Miscioscia. Il convegno mira a ridefinire il significato di salute, concentrandosi sull’equilibrio tra benessere mentale, relazioni sociali e benessere emotivo.

Focus sulla “carenza conflittuale”: che cosa significa e perché è emergente

  • La “carenza conflittuale” si riferisce alla inesperienza o incapacità di gestire i conflitti nelle relazioni interpersonali.
  • Secondo Daniele Novara, questa mancanza costituisce un rischio reale per la salute mentale e sociale delle persone.

Le conseguenze di questa carenza

La insufficiente capacità di affrontare divergenze può portare a:

  • Stress cronico
  • Isolamento sociale
  • Vulnerabilità emotiva

“Quando non sappiamo accogliere le divergenze, si crea un circolo vizioso”, sottolinea Novara. “Viviamo i conflitti come eventi da negare o evitare, alimentando stress e senso di isolamento.”

Perché è importante sviluppare competenze conflittuali

Il percorso di educazione alle competenze conflittuali proposto dal Centro di Piacenza si concentra su aspetti chiave come:

  1. L’accettazione della fatica nel confrontarsi con le divergenze.
  2. La gestione efficace delle emozioni durante i conflitti.
  3. Lo sviluppo di ascolto attivo e responsabilità nelle relazioni.

Lo scopo non è eliminare i conflitti, ma trasformarli in una risorsa trasformativa che favorisca la crescita personale e il benessere generale. La vera sfida consiste nell’imparare a convertire i conflitti in opportunità di salute e sviluppo.

Domande frequenti sulla “carenza conflittuale” e il convegno di Piacenza

Cos'è esattamente la “carenza conflittuale” e perché desta preoccupazione tra gli psicologi? +

La “carenza conflittuale” si riferisce all'incapacità o inadeguatezza di gestire i conflitti nelle relazioni interpersonali. Questa condizione, sempre più emergente, preoccupa gli psicologi perché può compromettere il benessere mentale, favorendo stress, isolamento e vulnerabilità emotiva.


Quali sono le principali cause della “carenza conflittuale” nella società moderna? +

Le cause includono una cultura che evita il confronto diretto, l'incapacità di gestire le proprie emozioni e la mancanza di educazione alle competenze conflittuali. Questa situazione spesso si sviluppa in ambienti familiari, scolastici e lavorativi, rendendo difficile affrontare divergenze in modo sano.


Quali sono le conseguenze di una carenza di competenze conflittuali? +

La mancanza di capacità di affrontare i conflitti può portare a stress cronico, isolamento sociale e vulnerabilità emotiva. Questo circolo vizioso può influire negativamente sulla salute mentale e sulle relazioni sociali, aumentandone i rischi.


Come il convegno di Piacenza intende promuovere una nuova cultura del conflitto? +

Il convegno promuove un approccio alla gestione dei conflitti come strumento di crescita personale e benessere, attraverso la formazione di competenze come l'ascolto attivo, la gestione delle emozioni e l'accettazione delle divergenze, ritenendo che i conflitti possano essere risorse trasformative.


In che modo la “carenza conflittuale” influisce sulla salute mentale e sociale delle persone? +

La carenza conflittuale può creare un ciclo di negazione e evitamento dei divergenze, causando stress, senso di isolamento e vulnerabilità emotiva. Questa dinamica riduce le capacità di adattamento e può contribuire allo sviluppo di problematiche psicologiche più gravi.


Quali sono le abilità fondamentali che si insegnano nel percorso di educazione ai conflitti? +

Il percorso si concentra su aspetti come l’accettazione della fatica nel confrontarsi, la gestione efficace delle emozioni durante i conflitti e lo sviluppo di ascolto attivo e responsabilità nelle relazioni, allo scopo di trasformare i conflitti in opportunità di crescita.


Perché è importante affrontare e gestire i conflitti in modo costruttivo? +

Gestiire i conflitti in modo costruttivo permette di favorire la crescita personale, migliorare le relazioni e promuovere il benessere complessivo. Impedisce che le divergenze si trasformino in stress o isolamento, contribuendo a un equilibrio psicofisico più sano.


Qual è il ruolo di Piacenza nel promuovere questa nuova cultura del conflitto? +

Piacenza si pone come esempio positivo promuovendo iniziative come il convegno che educano alla gestione sana dei conflitti, coinvolgendo esperti, istituzioni e comunità in un percorso di trasformazione culturale verso il rispetto e la comprensione reciproca.


Quando si terrà il convegno a Piacenza e come si può partecipare? +

Il convegno si svolgerà l’8 novembre 2025 al Teatro Politeama di Piacenza. Per partecipare, è possibile iscriversi attraverso i canali ufficiali del Centro PsicoPedagogico, consultando il sito web dedicato o contattando direttamente gli organizzatori.


Quali sono i benefici di partecipare a questo evento? +

Partecipare al convegno permette di acquisire strumenti concreti per gestire meglio i conflitti, sviluppare competenze sociali ed emotive e contribuire a costruire relazioni più sane e consapevoli, beneficiando anche della rete di professionisti presenti.


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