Il 23 dicembre 2025 rappresenta un momento cruciale per il rinnovo del CCNL del comparto Istruzione e Ricerca, coinvolgendo sindacati, Aran e il governo. La firma definitiva attesa per febbraio porterà aumenti salariali a docenti e Ata, ma la Flc-Cgil potrebbe ancora opporsi, mantenendo la propria posizione di dissentimento. La riforma punta a migliorare le condizioni di oltre un milione e trecentomila dipendenti pubblici.
- Le trattative finali si concluderanno il 23 dicembre con la firma di un nuovo CCNL.
- I salari aumenteranno da febbraio 2026, con arretrati e bonus una tantum.
- La Flc-Cgil ha confermato il ‘no’ alle condizioni proposte.
- Prossimi rinnovi e miglioramenti economici sono previsti per il biennio 2025-2027.
Contesto e stato dell’accordo sul rinnovo CCNL 2022-2024
Il rinnovo del CCNL Istruzione e Ricerca 2022-2024 rappresenta un passaggio cruciale per il settore, in quanto stabilisce le basi normative e economiche per il triennio. Dopo aver raggiunto un accordo preliminare lo scorso 5 novembre, l’ultima fase vede ora la fase di negoziazione finale tra le parti coinvolte, con l’obiettivo di sottoscrivere l’intesa definitiva. La partecipazione dei sindacati all’Aran, prevista per il 23 dicembre, sarà fondamentale per formalizzare l’accordo e garantire gli aumenti salariali previsti, che entreranno in vigore a partire da febbraio 2024 per docenti e personale ATA. Tuttavia, alcune sigle sindacali, come la Flc-Cgil, hanno già manifestato la possibilità di mantenere una posizione di aperto dissenso, confermando il loro ‘no’ alla firma. Le ragioni di questa posizione derivano da richieste reputate ancora insufficienti rispetto alle aspettative dei lavoratori in termini di incrementi salariali e migliori condizioni di lavoro. La conclusione di questa fase negoziale sarà determinante non solo per definire le nuove risorse economiche, ma anche per segnare un punto di svolta nelle relazioni sindacali e nella tutela dei diritti del personale del comparto Istruzione e Ricerca.
Procedura di approvazione e firma finale
La Corte dei Conti ha certificato ufficialmente l’accordo nel suo adunanza del 22/12/2025, raccomandando alcune considerazioni al rapporto allegato. Successivamente, le parti pubbliche e sindacali si incontreranno presso l’Aran il 23 dicembre, con l’obiettivo di firmare definitivamente il nuovo CCNL. La firma rappresenta l’ultimo step formale prima dell’implementazione delle nuove misure e degli incrementi salariali.
Posizione e reazioni della Flc-Cgil
Il testo del contratto, proposto senza modifiche rispetto alla bozza firmata circa un mese e mezzo fa, ha suscitato divergenze tra i sindacati. La Flc-Cgil, principale rappresentanza del settore scuola, mantiene una posizione di opposizione. Gianna Fracassi, leader del sindacato, ha dichiarato che le risorse disponibili sono ormai insufficienti, poiché il potere d’acquisto dei dipendenti è diminuito di oltre due terzi rispetto all’inflazione recente. Secondo la Flc-Cgil, i problemi di salario devono essere affrontati con urgenza, senza rimandare gli aumenti a future date.
Contestazioni della Flc-Cgil e motivazioni
Fracassi ha evidenziato che gli aumenti annunciati sono irrilevanti di fronte alle emergenze quotidiane del personale, facendo un esempio con le spese urgenti come le bollette. La posizione del sindacato, confermata anche dalle consultazioni interne, mira a sostenere che senza risorse adeguate si rischia di compromettere il potere d’acquisto e la qualità delle condizioni lavorative.
Impatti sulle risorse e politiche salariali
Il sindacato richiede che le risorse siano aumentate subito, senza attendere decenni, per affrontare le gravi criticità del settore. La disputa si configura come uno dei principali ostacoli alla firma del CCNL e alla definizione di aumenti soddisfacenti per insegnanti e Ata.
Tempi e modalità di erogazione degli aumenti e arretrati
A partire da febbraio 2026, sarà effettuata la prima tranche di aumenti salariali e di arretrati per circa 1,3 milioni di dipendenti pubblici del comparto. La corresponsione si baserà sul profilo professionale e sull’anzianità di servizio del personale docente e Ata, con incrementi differenziati e importi variabili. L'erogazione comprenderà anche arretrati e un bonus una tantum, creando un complemento economico significativo rispetto alle condizioni attuali.
Dettaglio degli aumenti e arretrati
- Incremento mensile netto per docenti con minore anzianità: circa €52,74.
- Incremento per docenti con più di 35 anni di servizio: circa €87,43 mensili.
- Arretrati stimati tra €1.291,84 e €2.149,98.
- Bonus una tantum di €111,70 per categoria.
Il totale, comprendendo arretrati e bonus, varierà tra circa €1.403 e €2.262, a seconda del profilo professionale e dell’anzianità.
Prospettive future e rinnovo 2025/27
Il contratto di febbraio 2026 dovrà predisporre il rinnovo per il biennio 2025-2027. Le risorse stanziate nella Legge di Bilancio 2025 permetteranno di avviare le trattative in tempi rapidi, con l’obiettivo di incrementi medi di circa 140 euro mensili a partire dal 2027. La prima fase delle trattative dovrebbe concludersi entro pochi mesi, anche grazie a finanziamenti specifici che consentiranno una estensione di alcuni diritti, quale il buono pasto.
Impegni assunti e obiettivi per il nuovo ciclo contrattuale
Il presidente dell’Anief, Marcello Pacifico, ha dichiarato l’intenzione di chiudere la parte economica entro la fine del 2026, con l’obiettivo di raccogliere ulteriori risorse dalla prossima legge di bilancio. L’obiettivo è ridurre il divario con altre aree della pubblica amministrazione e garantire condizioni migliori al personale scolastico e ricercatore.
Considerazioni finali sulle prossime mosse
Considerazioni finali sulle prossime mosse
La firma del nuovo CCNL è imminente e rappresenta un passo importante nel miglioramento delle condizioni di lavoro di insegnanti e Ata.
Il rinnovo del contratto di Istruzione e Ricerca segna un momento cruciale di confronto tra le parti coinvolte, con l'obiettivo di garantire maggiori diritti e risorse per il settore scolastico. La riunione tra i sindacati e l’Aran prevista per il 23 dicembre sarà determinante per il percorso finale di firma.
Le prossime settimane saranno decisive anche per gli aumenti salariali che entreranno in vigore a partire da febbraio, apportando una svolta tanto attesa per docenti e personale ATA. Tuttavia, la Flc-Cgil ha annunciato che si opporrà con fermezza a questa intesa, confermando il suo ‘no’ e sostenendo richieste di miglioramenti più sostanziosi.
Le parti sociali continueranno a negoziare con l’obiettivo di trovare un accordo che rifletta realmente le necessità del personale scolastico, mantenendo alta l’attenzione sulla qualità dell’istruzione e sulle condizioni di lavoro. La situazione rimane in evoluzione, e l’attesa per le decisioni finali resta alta tra tutti gli attori coinvolti nel settore dell’istruzione e della ricerca.
FAQs
Rinnovo Contratto Istruzione e Ricerca: Sindacati all’ÁrAN il 23 dicembre per la firma finale
La firma finale è prevista per il 23 dicembre 2025 durante l'incontro all’Aran.
Gli aumenti, con arretrati e bonus, interesseranno circa 1,3 milioni di dipendenti pubblici e varieranno in base al profilo e all'anzianità.
Perché ritiene che le risorse migliorative siano insufficienti e che gli aumenti siano irrilevanti rispetto alle emergenze quotidiane del personale.
Le trattative sono in fase finale dopo un accordo preliminare del 5 novembre e devono essere formalizzate con la firma definitiva il 23 dicembre.
La Corte dei Conti ha certificato l’accordo il 22/12/2025, e il 23 dicembre le parti si incontreranno all’Aran per firmare definitivamente il contratto.
La Flc-Cgil mantiene una posizione di opposizione, sostenendo che le risorse sono insufficienti e che i salari devono essere aumentati subito.
Fracassi evidenzia che gli aumenti sono irrilevanti rispetto alle emergenze quotidiane, come le spese urgenti, e che le risorse devono essere aumentate subito.
A partire da febbraio 2026, con una prima tranche di aumenti, arretrati e bonus per circa 1,3 milioni di dipendenti pubblici.
Gli incrementi mensili variano da circa €52,74 a €87,43, con arretrati tra €1.291,84 e €2.149,98 e un bonus di €111,70.
Le risorse della Legge di Bilancio 2025 permetteranno di avviare trattative rapide con obiettivi di aumenti medi di circa 140 euro mensili dal 2027.