Il problema della sicurezza nelle scuole: incidenti e responsabilità
Negli ultimi anni, si è riacceso il dibattito sulla condizione delle strutture scolastiche italiane, spesso alle prese con edifici costruiti più di 50 anni fa, ma investite anche da un forte impulso verso la digitalizzazione e l'innovazione didattica. L'incidente avvenuto il 17 ottobre presso l'istituto Diaz di Roma, con il crollo di un controsoffitto poco prima dell'ingresso di studenti e docenti, ha evidenziato i rischi connessi alla vulnerabilità delle strutture fisiche.
Questo episodio ha riacceso le critiche sul fatto che molte scuole italiane, pur puntando all'innovazione tecnologica, continuano a presentare problemi strutturali che mettono a rischio la sicurezza di studenti e personale scolastico.
Le cause e l'ampia diffusione delle criticità
- Edifici antichi: oltre la metà delle scuole del Paese sono state costruite almeno 50 anni fa, spesso senza adeguamenti strutturali
- Manutenzione insufficiente: molte strutture sono maltenute, con crepe, infiltrazioni e cedimenti evidenti
- Investimenti in tecnologia: mentre le aule sono state rinnovate con strumenti digitali e virtualizzati, le strutture assumono un ruolo sempre più precario
Questo rappresenta un paradosso: investire nella modernizzazione didattica, ma trascurare la sicurezza fisica degli ambienti scolastici.
La posizione di Cristina Costarelli e il ruolo degli enti locali
Secondo Cristina Costarelli, presidente di Anp Lazio, la responsabilità principale sulla sicurezza delle strutture ricade agli enti locali, come la Città Metropolitana di Roma. Le autorità devono compiere controlli regolari e tempestivi e intervenire prontamente in presenza di segnali di pericolo. Il dirigente scolastico, invece, può agire soltanto quando riconosce di persona le criticità, comunicandole alle autorità competenti. La responsabilità di interventi preventivi e manutentivi, quindi, è degli enti pubblici locali.
Eventi storici e precedenti di incidenti gravi
Il crollo di Roma ricorda altre tragedie, come quella del 2008 al liceo Darwin di Rivoli, dove un crollo di tubi di ghisa provocò la morte dello studente Vito Scafidi e gravi ferite ai compagni. Questo esempio evidenzia come la gestione degli edifici scolastici richieda controlli rigorosi e una manutenzione preventiva continua, affidata ai soggetti responsabili delle strutture.
Il paradosso tra progresso digitale e sicurezza fisica
Nonostante oltre la metà delle scuole siano state realizzate almeno cinquant’anni fa, molte aule sono state ammodernate con strumenti digitali e tecnologie avanzate. Tuttavia, in questo scenario il principale problema rimane la sicurezza infrastrutturale: crepe, infiltrazioni e decadimento strutturale si accompagnano spesso a un ambiente d’apprendimento che, in teoria, dovrebbe essere innovativo e all’avanguardia.
«È un paradosso intollerabile», sottolinea Antonello Giannelli, presidente nazionale dell’ANP, «che si parli di digitalizzazione mentre le strutture sono insicure e rischiano il crollo. La sicurezza deve essere una priorità assoluta».
Per affrontare questa criticità, Giannelli chiede investimenti pubblici maggiori e una strategia chiara di tutela, che metta in primo piano la qualità e la sicurezza degli ambienti scolastici, per garantire un equilibrio tra innovazione tecnologica e solidità strutturale.
Le risorse messe a disposizione: un passo avanti o un punto di partenza?
Attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), sono stati stanziati circa 12 miliardi di euro dedicati all’edilizia scolastica, con interventi su:
- 207 nuovi edifici scolastici (di cui 12 già completati)
- 3.243 interventi su mense e asili nido
- 1.758 interventi di riqualificazione energetica e sicurezza
- 412 interventi per palestre
Inoltre, l’8xMille del 2024 ha destinato 59,1 milioni di euro all’edilizia scolastica, quasi triplicando la cifra rispetto all’anno precedente, segnale di un maggior impegno economico nella tutela della sicurezza.
In conclusione, nonostante le risorse e gli sforzi, la condizione delle strutture scolastiche italiane rimane un'emergenza prioritaria. È fondamentale che le istituzioni collaborino per creare ambienti di apprendimento non solo digitali e innovativi, ma anche sicuri, resilienti e all’altezza delle sfide del XXI secolo.
Domande frequenti sulle scuole italiane: innovazione e sicurezza
Pur investendo in tecnologia e digitalizzazione, molte scuole italiane continuano a operare in edifici vecchi di oltre 50 anni, spesso insicuri e non adeguati ai requisiti moderni. Questo contrasto tra progresso digitale e vulnerabilità strutturale crea un paradosso difficile da risolvere, come sottolineano i presidi e le autorità educative.
Le cause principali includono edifici antichi costruiti oltre 50 anni fa, una manutenzione insufficiente e investimenti maggiormente dedicati alla digitalizzazione rispetto alla sicurezza fisica degli ambienti scolastici.
La responsabilità principale sui controlli e gli interventi di manutenzione ricade agli enti locali e alle autorità sovrane, che devono rispettare procedure lunghe e costose. Inoltre, spesso le risorse disponibili sono insufficienti per interventi urgenti e strutturali.
Un esempio grave è il crollo delle tubature di ghisa nel 2008 al liceo Darwin di Rivoli, che ha causato la morte di uno studente e gravissimi infortuni, evidenziando la necessità di controlli più rigorosi sulla sicurezza infrastrutturale.
È fondamentale che gli investimenti siano bilanciati tra tecnologie e interventi strutturali di sicurezza, prevedendo finanziamenti specifici per riqualificare gli edifici e renderli adeguati alle esigenze moderne, senza trascurare la sicurezza fisica degli ambienti.
Cristina Costarelli, presidente di Anp Lazio, afferma che gli enti locali, come le Città metropolitane, devono effettuare controlli regolari e tempestivi, e che la responsabilità degli interventi preventivi e manutentivi ricade principalmente su di loro.
Attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), sono stati destinati circa 12 miliardi di euro per interventi su nuovi edifici, manutenzione, riqualificazione energetica e sicurezza delle scuole.
Nonostante gli investimenti, molte strutture rimangono obsolete o con criticità non risolte. Pertanto, l’aumento delle risorse rappresenta un passo avanti, ma non è ancora sufficiente a risolvere completamente il problema della sicurezza infrastrutturale.
La tecnologia può aiutare nel monitoraggio e nel controllo continuo delle condizioni strutturali degli edifici, ma non può sostituire interventi strutturali di manutenzione e messa in sicurezza, che devono rimanere prioritari.
Le soluzioni temporanee comprendono interventi di manutenzione urgente, rafforzamenti strutturali e dell’edificio, oltre a controlli periodici più stringenti per evitare incidenti imminenti.
Le istituzioni devono coordinare gli sforzi, assicurando risorse adeguate, controlli rigorosi e interventi tempestivi, ponendo la sicurezza e l’innovazione come priorità strategiche per il futuro del sistema scolastico italiano.