Analisi della sentenza TAR Lombardia sulla bocciatura e il ruolo del Piano Didattico Personalizzato
Situazione di partenza e motivazioni della controversia
Nel contrasto tra diritto all’istruzione e requisiti di competenza, un caso emblematico ha visto coinvolti i genitori di una studentessa bocciata al secondo anno di liceo a Milano. La studentessa beneficiava di un Piano Didattico Personalizzato (PDP) a causa di problematiche di salute, ma il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) Lombardia ha stabilito che la non ammissione si basa su criteri legittimi, anche in presenza di PDP, se le competenze richieste non sono state acquisite.
Le ragioni dei genitori e le loro contestazioni
I tutori della minore hanno presentato ricorso sostenendo che:
- La studentessa usufruiva di un PDP, che avrebbe dovuto garantire strumenti di supporto e recupero.
- Le misure di integrazione, dispensative e compensative, non sarebbero state applicate correttamente dall’Istituto.
- Le procedure di accesso alla documentazione scolastica non sono state rispettate, limitando il diritto di tutela.
Normative e giurisprudenza sulla tutela del diritto all’istruzione
La giurisprudenza amministrativa, con sentenze come il Consiglio di Stato n. 4390/2017 e il TAR Sardegna n. 869/2021, afferma che i genitori hanno diritto di accedere a tutta la documentazione relativa alla carriera scolastica del minore. Tuttavia, il TAR Lombardia ha precisato che l’assenza di alcuni atti non invalida automaticamente il giudizio di bocciatura.
Per tutelare l’accesso agli atti, si applicano strumenti previsti dall’articolo 116 del codice del processo amministrativo. Inoltre, le relazioni e i registri elettronici attestano l’applicazione degli strumenti compensativi e dispensativi, anche nelle verifiche e nelle attività di recupero, contribuendo alla valutazione complessiva.
Ammissione, competenze e funzione del PDP nel procedimento di valutazione
La sentenza del TAR ha chiarito che non è richiesto nei verbali di scrutinio di dettagliare ogni misura prevista dal PDP. È sufficiente attestare l’effettivo utilizzo degli strumenti compensativi e dispensativi.
Inoltre, la legge 170/2010 (che disciplina i DSA—Disturbi Specifici dell’Apprendimento) garantisce il diritto a una didattica personalizzata e all’utilizzo di strumenti compensativi, ma non prevede deroghe ai requisiti di competenza necessari per l’ammissione.
Ruolo delle verifiche e delle competenze acquisite
Il raggiungimento di una sufficienza in tutte le materie, tramite le prove e le verifiche, resta il criterio principale per l’ammissione alla classe successiva. La presenza di PDP non può sostituire il possesso delle competenze essenziali richieste.
Il TAR ha sottolineato che la bocciatura, seppur percepita come punizione, possiede una funzione educativa, poiché permette alla studentessa di recuperare le competenze eventualmente non acquisite durante l’anno scolastico.
Implicazioni pratiche per le scuole e i genitori
- *Le certificazioni di supporto devono essere rintracciabili e documentate correttamente.*
- *Le verifiche devono essere finalizzate a valutare le competenze effettivamente acquisite.*
- *Il rispetto dei criteri di valutazione resta fondamentale per l’ammissione.*
Conclusione e insegnamenti dalla sentenza
Il provvedimento di non ammissione di una studentessa beneficiaria di PDP può essere considerato legittimo, se le competenze richieste non sono state raggiunte, anche con strumenti di supporto e compensativi. La sentenza del TAR Lombardia rafforza il principio che il PDP deve essere uno strumento di equità, non una deroga ai requisiti essenziali di competenza.
Domande Frequenti sulla bocciatura di una studentessa con PDP e il ricorso al TAR
I genitori possono ritenere illegittima la bocciatura solo se il ricorso si basa su errori procedurali, non sul fatto che la studentessa abbia un PDP. La sentenza del TAR Lombardia chiarisce che, anche con PDP, la bocciatura è legittima se le competenze richieste non sono state acquisite, poiché il supporto non può sostituire il livello di competenza necessario.
Il PDP è uno strumento volto a favorire l'inclusione e il supporto della studentessa, fornendo strumenti compensativi e dispensativi. Tuttavia, non modifica i requisiti di competenza necessari per superare gli esami o raggiungere le soglie di valutazione stabilite, che sono imprescindibili per l'ammissione.
Il TAR valuta le competenze attraverso le verifiche e le prove d'esame, verificando che la studentessa abbia raggiunto le soglie minime richieste. La presenza di un PDP non elimina la necessità di dimostrare le competenze adeguate, che rappresentano il criterio principale per l'ammissione.
Secondo la legge 170/2010 sui DSA, è garantita una didattica personalizzata con strumenti compensativi, ma questa non può sostituire i requisiti di competenza necessari per l’ammissione. La normativa sottolinea che le verifiche devono attestare il raggiungimento delle competenze richieste.
Sì, una studentessa può essere bocciata anche con PDP se, al termine dell'anno scolastico, non dimostra di aver acquisito le competenze minime richieste per la promozione. Il supporto personalizzato aiuta l’apprendimento, ma non elimina l’obbligo di raggiungere determinati livelli di competenza.
La scuola può difendersi sottolineando che la bocciatura si basa su verifiche oggettive delle competenze maturate, anche se lo studente usufruisce di strumenti compensativi. Tuttavia, deve garantire la correttezza e la trasparenza delle procedure e delle documentazioni attestate.
La sentenza rafforza la necessità che i PDP siano strumenti di supporto alla didattica, senza sostituire i requisiti di competenza. Le scuole devono garantire che le strategie personalizzate non siano utilizzate come scappatoia per ammissioni facili, ma come aiuto concreto nel percorso di apprendimento.
Le verifiche devono essere orientate a valutare le competenze effettivamente acquisite, anche tenendo conto delle eventuali misure dispensative e compensative. La valutazione deve essere obiettiva e aderente ai criteri stabiliti dal giudice e dalle norme vigenti.
Solitamente, i requisiti di ammissione sono stabiliti dalle normative scolastiche e non possono essere modificati individualmente. Tuttavia, i genitori possono presentare richieste di valutazione delle singole circostanze, ma senza che ciò comporti una deroga ai requisiti essenziali di competenza.
Il giudice valuta se le procedure adottate dalla scuola sono state correttamente applicate e se le competenze richieste erano realmente necessarie per l’ammissione. La sentenza può confermare o annullare l’atto di bocciatura, assicurando che il diritto allo studio sia rispettato e che il supporto dato sia compatibile con i requisiti minimi di competenza.