La testimonianza di una docente trasferita e le sue difficoltà
Una docente originaria del Sud Italia, trasferita contro la propria volontà in un istituto del Nord, racconta le criticità legate alla mobilità territoriale nel sistema scolastico italiano. La docente, che insegna arte, si trova ora a svolgere esclusivamente attività di potenziamento, anche se questa non era la sua specializzazione originaria.
Lei stessa afferma:
“Da quando sono arrivata a Genova, mi trovo a fare soltanto potenziamento, come se fossi un tappabuchi. Insegno tutte le materie tranne la mia, in base alle necessità della scuola.”
Il percorso professionale e le conseguenze del trasferimento
La docente ha iniziato la sua carriera come docente di ruolo nel 2015 a Roma, ma due anni dopo si è trovata inserita in un criterio di esubero a livello nazionale. Nel 2017 ha comunque ottenuto un incarico di potenziamento in un istituto tecnico a Genova, senza aver mai scelto questa destinazione.
Il vissuto emotivo e le considerazioni sulla mobilità
Per la docente, il trasferimento rappresenta un’esperienza traumatica:
“L’ho vissuta come una violenza. Non è giusto che mi si dica che, se voglio lavorare, devo andare in un posto che non ho mai scelto, a più di 1200 km di distanza da casa mia.”
Paragonando la sua condizione a un’attività diversa, la docente dichiara:
“Per il Ministero dell’Istruzione e del Merito, il mio lavoro è come quello di altri, ma in realtà, è come se a un giornalista si chiedesse di prendere solo appuntamenti.”
Le attività di potenziamento e i suoi ruoli specifici
Tipologie di attività di potenziamento scolastico
Le attività di potenziamento svolte dai docenti si dividono principalmente in due aree:
1. Potenziamento didattico e formativo
Coinvolge attività di istruzione, orientamento, formazione, inclusione scolastica, diritto allo studio, oltre a coordinamento, ricerca e progettazione scolastica, come previsto dal Piano Triennale dell’Offerta Formativa (PTOF).
2. Potenziamento organizzativo
Include attività di natura organizzativa, ai sensi di norme come l’articolo 25, comma 5, del decreto legislativo n. 165/2001, e l’articolo 1, comma 83, della legge n. 107/2015 (nota come legge "Buona Scuola").
Dettagli sull’attività organizzativa
- Gestione delle supplenze
- Supporto alle funzioni di coordinamento scolastico
- Supporto operativo nelle attività di istituto
La gestione delle supplenze e il ruolo contrattuale
Secondo il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) scuola 2019-2021:
- Le ore di potenziamento sono programmate nel PTOF e devono rispettare le norme contrattuali;
- In assenza di programmazione, queste attività possono essere svolte fino a un massimo di 10 giorni per supplenze brevi;
- I componenti del personale di direzione, coinvolti nelle sostituzioni, coprono le assenze seguendo le modalità stabilite.
Il ruolo specifico del docente di potenziamento
Il docente di potenziamento è principalmente impegnato nella progettazione e implementazione del PTOF, oltre a fornire supporto organizzativo e, in alcuni casi, a coprire supplenze temporanee in assenza di altri insegnanti. La sua funzione può variare, ma sempre nel rispetto delle norme contrattuali e delle direttive scolastiche.
Dettagli sulle responsabilità del docente di potenziamento
- Progettazione didattica e formativa
- Supporto logico-organizzativo
- Coinvolgimento in attività di sostituzione temporanea
Conclusioni: dilemmi e criticità del sistema scolastico
La testimonianza mette in evidenza le difficoltà legate al trasferimento forzato e alle attività di potenziamento, spesso percepite come un carico di lavoro sproporzionato e poco riconosciuto. La descrizione paragonata a quella di un giornalista che prende appuntamenti su richiesta aiuta a comprendere la percezione di una funzione burocratica e poco valorizzante.
Rimani aggiornato sulle novità scolastiche
Per approfondimenti continui e aggiornamenti sulle questioni relative al mondo della scuola, si consiglia di seguire i canali ufficiali e di partecipare alle sessioni informative in tempo reale.
Una docente trasferita dal Sud al Nord: tra potenziamento e sfide professionali
La testimonianza di una docente trasferita e le sue difficoltà
Una docente originaria del Sud Italia, trasferita contro la propria volontà in un istituto del Nord, racconta le criticità legate alla mobilità territoriale nel sistema scolastico italiano. La docente, che insegna arte, si trova ora a svolgere esclusivamente attività di potenziamento, anche se questa non era la sua specializzazione originaria.
Lei stessa afferma:
“Da quando sono arrivata a Genova, mi trovo a fare soltanto potenziamento, come se fossi un tappabuchi. Insegno tutte le materie tranne la mia, in base alle necessità della scuola.”
Il percorso professionale e le conseguenze del trasferimento
La docente ha iniziato la sua carriera come docente di ruolo nel 2015 a Roma, ma due anni dopo si è trovata inserita in un criterio di esubero a livello nazionale. Nel 2017 ha comunque ottenuto un incarico di potenziamento in un istituto tecnico a Genova, senza aver mai scelto questa destinazione.
Il vissuto emotivo e le considerazioni sulla mobilità
Per la docente, il trasferimento rappresenta un’esperienza traumatica:
“L’ho vissuta come una violenza. Non è giusto che mi si dica che, se voglio lavorare, devo andare in un posto che non ho mai scelto, a più di 1200 km di distanza da casa mia.”
Paragonando la sua condizione a un’attività diversa, la docente dichiara:
“Per il Ministero dell’Istruzione e del Merito, il mio lavoro è come quello di altri, ma in realtà, è come se a un giornalista si chiedesse di prendere solo appuntamenti.”
Le attività di potenziamento e i ruoli specifici dei docenti
Analizzando più nel dettaglio le attività che i docenti di potenziamento svolgono, si comprende come queste siano principalmente suddivise in due grandi categorie, che riflettono le esigenze sia didattiche sia organizzative delle scuole.
Potenziamento didattico e formativo
Coinvolge attività di istruzione, orientamento, formazione, inclusione scolastica, diritto allo studio, oltre a coordinamento, ricerca e progettazione scolastica, come previsto dal Piano Triennale dell’Offerta Formativa (PTOF). Questo tipo di potenziamento, spesso indirizzato a migliorare l’offerta educativa, richiede competenze specifiche e sono soprattutto i docenti con specializzazioni mirate a essere coinvolti.
Potenziamento organizzativo
Invece, include attività di natura organizzativa, regolamentate da norme come l’articolo 25, comma 5, del decreto legislativo n. 165/2001, e l’articolo 1, comma 83, della legge n. 107/2015, nota come “Buona Scuola”. Queste attività riguardano aspetti come:
- Gestione delle supplenze
- Supporto alle funzioni di coordinamento scolastico
- Supporto operativo nelle attività di istituto
La gestione delle supplenze e i ruoli contrattuali
Secondo il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) scuola 2019-2021, le ore di potenziamento devono essere pianificate nel PTOF e rispettare le norme contrattuali. Qualora non siano programmate, tali attività possono comunque essere svolte fino a un massimo di 10 giorni in caso di supplenze brevi, seguendo modalità stabilite dal contratto e dalle norme di legge. I dirigenti scolastici, inoltre, coinvolgono il personale di direzione nelle sostituzioni, secondo le procedure previste.
Il ruolo del docente di potenziamento
Il docente specializzato in potenziamento si occupa principalmente della progettazione e dell’implementazione del PTOF, contribuendo anche al supporto organizzativo e, in situazioni di emergenza, coprendo supplenze temporanee. La sua funzione, tuttavia, può variare in base alle esigenze della scuola e alle direttive interne, sempre nel rispetto delle norme contrattuali.
Le responsabilità specifiche
- Progettazione didattica e formativa
- Supporto logico-organizzativo
- Coinvolgimento in attività di sostituzione temporanea
Le criticità di un sistema spesso percepito come burocratico e poco riconosciuto
La testimonianza della docente mette in evidenza come il trasferimento forzato e le attività di potenziamento possano rappresentare un peso crescente, spesso percepito come un carico troppo gravoso, poco valorizzato e scarsamente riconosciuto. Questa dinamica, paragonata a quella di un giornalista che si limita a prendere appuntamenti, rende evidente quanto le condizioni lavorative possano apparire burocratiche e poco gratificanti.
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Per approfondimenti e aggiornamenti relativi alle questioni del mondo della scuola, si consiglia di seguire i canali ufficiali e di partecipare alle sessioni informative per rimanere sempre informati sui cambiamenti e le novità legislative.
Domande frequenti (FAQ)
La docente ha affrontato il trasferimento con grande disagio, sentendosi spesso isolata e poco supportata. L’adattamento è stato complicato, soprattutto a causa dell’obbligo di svolgere attività di potenziamento in una regione che non conosceva e senza la possibilità di scegliere la destinazione.
Le difficoltà principali includono il ricordo della propria comunità di origine, lo stress dovuto alla distanza e alle responsabilità aggiuntive di attività di potenziamento, spesso non coerenti con le competenze specialistiche del docente.
Viene spesso percepita come un compito burocratico, poco valorizzato e che distoglie dai ruoli principali di insegnamento. Per molti, rappresenta un impegno aggiuntivo senza adeguato riconoscimento.
Le attività principali includono la progettazione didattica, il supporto organizzativo, la gestione delle supplenze e l’assistenza nelle attività di coordinamento scolastico.
Secondo il CCNL scuola 2019-2021, le attività di potenziamento devono essere pianificate nel PTOF e generalmente non devono superare i 10 giorni in caso di supplenze brevi, salvo accordi diversi con la scuola.
Il trasferimento forzato può causare demotivazione, disagio e senso di ingiustizia, portando molti docenti a sentirsi lasciati soli e poco riconosciuti nel loro impegno professionale.
La formazione e il potenziamento sono strutturati in programmi specifici, spesso con moduli di formazione dedicati, ma la loro implementazione varia molto tra le scuole e dipende dalle risorse disponibili.
La possibilità di lavorare in condizioni di alta specializzazione e con serenità incide positivamente sulla qualità dell’insegnamento. La mobilità forzata e l’attività di potenziamento mal strutturata, invece, rischiano di compromettere questa qualità, creando insoddisfazione tra gli insegnanti e influendo negativamente sugli studenti.
Il sistema scolastico dovrebbe offrire strumenti di valorizzazione professionale, riconoscimento delle competenze, opportunità di crescita e partecipazione attiva nelle decisioni. Tuttavia, spesso mancano politiche di supporto e riconoscimento che motivino realmente gli insegnanti.